Tutti gli articoli di Leo Mila

Infrastrutture e logistica in Tunisia: il motore moderno della crescita

“Chi costruisce strade, costruisce il futuro.”
Questo antico detto tunisino ben rappresenta la strategia che il Paese sta adottando per sostenere lo sviluppo economico e attrarre investimenti esteri: investire in infrastrutture moderne e in una logistica efficiente, creando le condizioni ideali per far crescere imprese e commercio.
In questo post approfondiremo il panorama infrastrutturale tunisino, le iniziative in corso, i progetti futuri e i vantaggi concreti offerti da zone franche e aree industriali, elementi chiave per chi vuole investire o fare business in Tunisia.

Un investimento strategico nelle infrastrutture stradali
Il 2025 si apre con un segnale forte: la Tunisia ha ottenuto un finanziamento di circa 80 milioni di euro dalla Banca Africana per lo Sviluppo (Afdb) per la terza fase del Programma di modernizzazione delle infrastrutture stradali.
Il progetto, del valore complessivo di oltre 86 milioni di euro, prevede il rafforzamento di quasi 189 chilometri di strade riservate in sette governatorati strategici: Kef, Kasserine, Sousse, Sfax, Kairouan, Siliana e Gafsa. Queste aree sono ricche di potenzialità agricole e industriali, ma soffrono di vincoli legati al degrado della rete stradale.
Il miglioramento delle infrastrutture stradali non è solo una questione di mobilità: è un investimento diretto nella sicurezza alimentare e nella competitività delle regioni ad alto valore aggiunto agricolo.
Negli ultimi dieci anni, grazie al contributo della Afdb, la Tunisia ha rinnovato circa 4.000 chilometri di strade e 104 chilometri di autostrade, con numerose opere ingegneristiche costruite per migliorare la rete di trasporto.

  • Logistica efficiente: la chiave per attrarre investimenti
    Oltre alle strade, la Tunisia sta puntando molto sullo sviluppo di una logistica moderna e integrata. Un sistema logistico efficiente è fondamentale per ridurre i costi di trasporto, velocizzare le esportazioni e migliorare la competitività delle imprese.
  • Zone franche e aree industriali: la Tunisia dispone di numerose zone franche, aree industriali e parchi tecnologici che offrono vantaggi fiscali, doganali e amministrativi agli investitori esteri.
  • Porti e aeroporti moderni: porti come Rades, Sfax e Bizerte sono stati potenziati per gestire volumi crescenti di merci, mentre gli aeroporti di Tunisi-Cartagine, Monastir e Djerba offrono collegamenti internazionali frequenti.
  • Intermodalità: la Tunisia sta sviluppando sistemi integrati di trasporto che combinano strada, ferrovia e mare per ottimizzare la catena logistica.

Questi elementi creano un ecosistema favorevole per le imprese che vogliono esportare verso Europa, Africa e Medio Oriente.

Innovazione e sostenibilità: il ruolo del Terna Innovation Zone
Nel gennaio 2025, a Tunisi è stato inaugurato il Terna Innovation Zone, il primo hub di innovazione energetica in Africa gestito dal gruppo italiano Terna.
Questo centro rappresenta un laboratorio di formazione e sperimentazione dedicato alla transizione energetica e alla digitalizzazione delle infrastrutture elettriche tunisine.
Il progetto è collegato al progetto Elmed, che prevede la costruzione di un cavo sottomarino di 200 km tra Italia e Tunisia per integrare le reti elettriche dei due continenti.
L’Innovation Zone supporta startup e talenti locali, offrendo programmi di accelerazione e formazione tecnica.
Favorisce lo sviluppo di energie rinnovabili e l’efficienza energetica, elementi fondamentali per infrastrutture sostenibili e moderne.
Questa iniziativa rafforza la partnership strategica tra Italia e Tunisia e rappresenta un esempio di come innovazione e infrastrutture possano andare di pari passo.

Modernizzazione del settore fosfati: infrastrutture produttive e logistiche
Un altro settore chiave che beneficia di investimenti infrastrutturali è quello dei fosfati, risorsa naturale fondamentale per l’economia tunisina.
Il governo ha avviato un piano per:

  • Modernizzare gli impianti di estrazione e trasformazione.
    Ampliare la capacità di trasporto e costruire nuove unità industriali a Gabès e Mdhilla.
  • Introdurre tecnologie avanzate per massimizzare il rendimento e ridurre gli sprechi.
  • Migliorare le condizioni di lavoro e le misure ambientali, come il riciclo delle acque reflue.

Questi interventi non solo aumentano la produttività, ma contribuiscono a rendere il settore più sostenibile e competitivo a livello internazionale.

Zone franche e aree industriali: un ecosistema favorevole agli investitori
La Tunisia offre numerose zone franche e aree industriali che rappresentano un vero e proprio vantaggio competitivo per gli investitori stranieri:

  • Vantaggi fiscali e doganali: esenzioni da dazi all’importazione di beni strumentali, riduzioni fiscali, semplificazioni burocratiche.
  • Infrastrutture dedicate: servizi logistici, energia, telecomunicazioni e sicurezza garantiti.
    Posizione strategica: vicinanza ai principali mercati europei e africani.
  • Supporto amministrativo: sportelli unici per facilitare l’insediamento e la gestione delle imprese.

Queste aree sono particolarmente sviluppate nei pressi di Tunisi, Sfax, Sousse e Gabès, e rappresentano poli di attrazione per settori come l’automotive, l’elettronica, il tessile e l’agroalimentare.

Tabella comparativa: principali zone franche e aree industriali in Tunisia

Zona Localizzazione Settori principali Vantaggi principali
Zona franca di Rades Vicino a Tunisi Manifattura, logistica Accesso porto, infrastrutture moderne
Zona industriale di Sfax Costa orientale Agroalimentare, tessile Vicino porto, incentivi fiscali
Zona franca di Gabès Sud-est Chimica, fosfati Infrastrutture dedicate, supporto logistico
Zona industriale di Sousse Costa orientale Turismo, manifattura Servizi integrati, vicinanza aeroporto

Il ruolo delle infrastrutture nel turismo e nel mercato immobiliare

Il turismo, settore trainante dell’economia tunisina, beneficia anch’esso di investimenti infrastrutturali:

  • Nuove rotte aeree e potenziamento degli aeroporti.
  • Miglioramento delle vie di comunicazione verso le località turistiche.
  • Sviluppo di strutture ricettive moderne e sostenibili.
  • Parallelamente, il mercato immobiliare è in crescita, con previsioni di aumento dei prezzi del 5-7% nel 2025, soprattutto nelle zone costiere come Hammamet e Sousse, grazie anche a investimenti infrastrutturali e turistici.

Detto tunisino: “La strada lunga si percorre con un buon cammello.”

Questo proverbio sottolinea l’importanza di avere infrastrutture solide e affidabili per affrontare con successo il viaggio dello sviluppo economico e dell’internazionalizzazione.

Conclusioni: la Tunisia costruisce il suo futuro con infrastrutture moderne
La Tunisia sta investendo con decisione in infrastrutture stradali, logistica, energia e aree industriali per creare un ambiente favorevole agli investitori e alle imprese.
Il sostegno internazionale, come il finanziamento della Banca Africana per lo Sviluppo, è fondamentale per modernizzare la rete stradale.
Le zone franche e le aree industriali offrono vantaggi concreti per chi vuole insediarsi e crescere.
Progetti innovativi come il Terna Innovation Zone e il cavo Elmed rafforzano la posizione della Tunisia come hub energetico e tecnologico nel Mediterraneo.
La modernizzazione dei settori chiave, come quello dei fosfati, dimostra l’impegno verso la sostenibilità e la competitività globale.
Per chi vuole investire o fare business in Nord Africa, la Tunisia rappresenta un’opportunità concreta, con infrastrutture in rapida evoluzione e un sistema logistico sempre più efficiente.
“Chi costruisce strade, costruisce il futuro.” E la Tunisia sta costruendo il suo, passo dopo passo, con visione, innovazione e determinazione.

Export e accordi commerciali: la Tunisia tra Europa, Africa e nuove opportunità

“Dove passa la carovana, nasce il mercato.”
Questo proverbio tunisino racchiude perfettamente la vocazione del paese: essere crocevia di scambi, idee e opportunità. Oggi la Tunisia è protagonista di una stagione di apertura commerciale senza precedenti, grazie a un fitto sistema di accordi con l’Unione Europea e una strategia di espansione verso nuovi mercati africani e internazionali. In questo post, esploreremo come l’export tunisino sia favorito da questi accordi e quali prospettive si aprono per chi sceglie di investire o commerciare con Tunisi.

Tunisia e Unione Europea: un legame storico e strategico
La Tunisia è stata la prima nazione del vicinato sud-mediterraneo a firmare, nel 1995, un Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Questo accordo, base legale per la cooperazione bilaterale, ha trasformato la Tunisia in un partner privilegiato dell’UE, aprendo la strada a una zona di libero scambio e a una progressiva integrazione economica e industriale.

I numeri della partnership

  • L’UE è il primo partner commerciale e investitore estero in Tunisia: rappresenta l’85% degli investimenti diretti esteri (IDE) e riceve circa il 75% delle esportazioni tunisine.
  • Italia, Francia, Germania e Spagna sono i principali clienti, assorbendo da soli circa il 60% delle esportazioni tunisine.
  • L’Italia, in particolare, è dal 2022 il primo partner commerciale, con un interscambio superiore a 7 miliardi di euro e una crescita dell’export italiano verso la Tunisia del 40% tra il 2021 e il 2022.

Tabella: Principali partner commerciali della Tunisia (2023)

Paese % Export Tunisia
Francia 22,8%
Italia 18,3%
Germania 13,2%
Spagna 5,3%
Libia 4,3%
Algeria 2%
Marocco 1,3%
Altri 32,8%

Fonte: OEC World, World’s Top Exports, ICE

L’Accordo di Associazione UE-Tunisia: vantaggi e novità

Grazie all’Accordo di Associazione, la Tunisia gode di:

  • Accesso preferenziale al mercato europeo per la maggior parte dei prodotti industriali.
  • Esenzioni dai dazi doganali per molti beni esportati verso l’UE.
  • Procedure doganali semplificate e regole di origine chiare.

Dal 1° marzo 2025, sono entrate in vigore le nuove norme di origine preferenziali della Convenzione Paneuromediterranea (PEM), che rendono ancora più facile ottenere lo status di “prodotto originario” e quindi beneficiare delle esenzioni doganali. In particolare, nel tessile e abbigliamento, sono state introdotte tolleranze più ampie e nuove regole di lavorazione, favorendo l’integrazione industriale tra Tunisia e UE.

“La porta aperta fa entrare amici e opportunità.”

L’accordo con l’UE è la porta aperta della Tunisia verso l’Europa.

Export tunisino: cosa esporta il paese e dove
Nel 2023, la Tunisia ha esportato beni per 23,2 miliardi di dollari, con una crescita del 33,6% rispetto al 2019 e dell’8,1% rispetto al 2022. Il 77,5% delle esportazioni è diretto verso l’Europa, mentre l’11,5% va in Africa e il 5,7% in Asia.

I principali prodotti esportati

  • Macchinari ed equipaggiamenti elettrici (16,2 miliardi di dinari nel 2024)
  • Abbigliamento e accessori (5,3 miliardi di dinari)
    Grassi, oli e cere (soprattutto olio d’oliva) (5,3 miliardi di dinari, +23,5%)
  • Carbone, petrolio e derivati
  • Automobili, biciclette e trattori
  • Calzature, apparecchiature scientifiche e ottiche
  • Il tessile-abbigliamento, la meccanica, l’olio d’oliva e i componenti auto sono i pilastri dell’export tunisino verso l’Europa.

Tunisia e Africa: la nuova frontiera dell’export
Se l’Europa resta il principale mercato, la Tunisia sta guardando con sempre maggiore interesse all’Africa. Dal 2026, grazie all’African Continental Free Trade Area (AfCFTA), la Tunisia potrà esportare verso altri paesi africani con tariffe ridotte o azzerate, grazie ai certificati di origine che già oggi sono rilasciati per centinaia di esportazioni.

  • AfCFTA: un mercato di 1,3 miliardi di persone e 3.400 miliardi di dollari di PIL, con l’obiettivo di aumentare il commercio intra-africano del 53% e creare 14 milioni di nuovi posti di lavoro.
  • Tunisia: 1,2 miliardi di dollari di potenziale export non sfruttato in Africa, soprattutto verso Nord e Ovest Africa.
  • Nel 2024, solo l’11,5% delle esportazioni tunisine è destinato all’Africa, ma la quota è destinata a crescere con la piena attuazione dell’AfCFTA.

Tabella: Export tunisino per area geografica (2023)

Area % Export Tunisia
Europa 81,4%
Africa 11,5%
Asia 5,7%
Nord America 0,8%
Altri 0,6%

Nuovi accordi e negoziati: verso la diversificazione

Oltre all’UE e all’Africa, la Tunisia sta negoziando per abbattere barriere commerciali con altri mercati chiave:

  • Accordo di libero scambio completo e approfondito (DCFTA) con l’UE: in corso di negoziazione, mira a integrare ancora di più la Tunisia nel mercato unico europeo, includendo anche i servizi e l’agricoltura.
  • Convenzioni con paesi arabi e mediterranei: la Tunisia fa parte della Convenzione Paneuromediterranea (PEM), che facilita il commercio regionale e la circolazione delle merci.
  • Accordi bilaterali con paesi africani, del Golfo e asiatici: per ampliare la rete di partner e ridurre la dipendenza dal solo mercato europeo.

Semplificazioni e digitalizzazione: meno ostacoli, più export

La Tunisia sta puntando molto sulla digitalizzazione delle procedure doganali e commerciali per ridurre costi e tempi, soprattutto per le PMI. La piattaforma Tunisia TradeNet (TTN) consente la presentazione elettronica dei documenti di export e mira a integrare controlli doganali, sanitari e ambientali in un unico sportello digitale.

Inoltre, l’adozione dell’Accordo sulla facilitazione degli scambi della WTO (ratificato nel 2017) e le nuove regole PEM semplificano ulteriormente la vita agli esportatori, soprattutto nei settori tessile, agroalimentare e manifatturiero.

Detto tunisino: “Il mercato è come un giardino: chi lo cura, raccoglie i frutti migliori.”

La Tunisia ha saputo coltivare relazioni commerciali solide e ora raccoglie i frutti di una strategia di apertura e diversificazione. Le imprese che vogliono esportare trovano oggi un contesto più semplice, trasparente e integrato, con opportunità che vanno ben oltre i confini europei.

Tunisia vs altri paesi del Mediterraneo: confronto export e accordi

Paese Principale mercato Export Accordi UE Accordi Africa Quota Export UE Quota Export Africa
Tunisia UE, Africa Associazione, PEM AFCFTA 77,5% 11,5%
Marocco UR, USA, Africa Associazione, PEM AFCFTA 65% 18%
Egitto UE, Africa, Asia Associazione, PEM AFCFTA, COMESA 30% 25%
Turchia UE, Asia, Africa Unione doganale Accordi bilaterali 41% 7%

Le sfide: deficit commerciale e diversificazione
Nonostante i progressi, la Tunisia deve ancora affrontare alcune sfide:

  • Deficit commerciale: nel 2024 il disavanzo ha raggiunto i 18,9 miliardi di dinari, complice un lieve calo delle esportazioni e un aumento delle importazioni, soprattutto di energia, macchinari e prodotti farmaceutici.
  • Dipendenza dall’Europa: il 77,5% dell’export va verso l’UE, rendendo il paese vulnerabile agli shock europei.
  • Barriere non tariffarie e logistiche: la digitalizzazione e la semplificazione sono in corso, ma restano margini di miglioramento per ridurre i tempi e i costi dell’export, soprattutto verso l’Africa.

Opportunità per gli investitori e le imprese

Per chi vuole esportare dalla Tunisia, oggi le opportunità sono più ampie che mai:

  • Accesso preferenziale e semplificato al mercato UE: ideale per chi opera in tessile, automotive, agroalimentare, elettronica.
  • Nuove chance in Africa: la piena attuazione dell’AfCFTA dal 2026 aprirà un mercato di 1,3 miliardi di consumatori, con tariffe ridotte e procedure più snelle.
  • Sostegno all’export e piattaforme digitali: la Tunisia offre servizi di supporto, formazione e strumenti digitali per le PMI che vogliono internazionalizzarsi.

La Tunisia, ponte tra mercati e culture

“Chi apre la porta, trova nuove strade.”
La Tunisia ha scelto di aprire tutte le sue porte: verso l’Europa, l’Africa e il mondo. Gli accordi commerciali, le semplificazioni e la digitalizzazione rendono il paese una piattaforma ideale per chi vuole esportare, investire e crescere.
Se cerchi nuovi mercati, la Tunisia è il ponte naturale tra Nord e Sud, tra Est e Ovest. Qui, dove passa la carovana, nasce sempre un nuovo mercato. E oggi, più che mai, il mercato tunisino è pronto ad accogliere nuove idee, prodotti e investitori con una porta spalancata sul futuro.
1. https://trade.ec.europa.eu/access-to-markets/it/content/accordo-di-associazione-ue-tunisia
2. https://www.tassenelmondo.eu/wp-content/uploads/2024/06/TUNISIA-2024.pdf
3. https://www.worldstopexports.com/tunisias-top-10-exports/
4. https://ecdpm.org/work/the-african-continental-free-trade-area-from-agreement-to-impact-volume-9-issue-1-2020/unlocking-tunisias-unexploited-export-potential
5. https://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=115
6. https://www.ice.it/it/news/notizie-dal-mondo/282562
7. https://oec.world/en/profile/country/tun
8. https://en.africanmanager.com/tunisias-top-10-import-and-export-products-in-2024/
9. https://www.ecofinagency.com/homepage/2104-46661-tunisia-begins-exporting-under-afcfta-rules-with-200-certificates

Settori prioritari per gli investimenti in Tunisia: dove il futuro è già realtà

“Chi semina bene, raccoglie meglio.”
Questo proverbio tunisino è la chiave per capire perché oggi la Tunisia sia una delle mete più interessanti per chi vuole investire in Nord Africa. Il paese, grazie a una posizione strategica e a una serie di riforme coraggiose, sta puntando su alcuni settori chiave che rappresentano il vero motore della sua crescita futura: energie rinnovabili, agroalimentare (con l’olio d’oliva in testa), tecnologia e servizi digitali, turismo e industria manifatturiera.
In questo viaggio tra i settori prioritari, scoprirai perché la Tunisia è un terreno fertile per chi cerca opportunità concrete, innovazione e ritorni solidi.

Energie rinnovabili: il vento e il sole della nuova Tunisia

Se c’è un settore che sta vivendo una vera e propria rivoluzione in Tunisia, è quello delle energie rinnovabili. Il paese si è dato un obiettivo chiaro e ambizioso: raggiungere il 17% del mix elettrico da fonti rinnovabili entro il 2026. Per farlo, sono stati stanziati 5 miliardi di dinari (circa 1,6 miliardi di dollari) tra il 2023 e il 2025 per la realizzazione di progetti che produrranno 1.700 megawatt di energia verde.

Ma perché questa corsa alle rinnovabili?

  • Risorse naturali abbondanti: la Tunisia è baciata dal sole e attraversata da venti costanti, condizioni ideali per fotovoltaico ed eolico.
  • Sicurezza energetica: ridurre la dipendenza dalle importazioni di energia è una priorità nazionale.
  • Mercato in crescita: la domanda di energia pulita è in aumento sia a livello locale che internazionale.

Il governo ha creato un quadro normativo favorevole, con incentivi fiscali, semplificazioni burocratiche e bandi trasparenti per attrarre investitori stranieri e locali. Non a caso, grandi gruppi europei stanno già partecipando a gare per la costruzione di nuovi impianti.

Tabella: Obiettivi e investimenti nelle rinnovabili in Tunisia

Anno Obiettivo produzione (MW) Quota rinnovabili nel mix elettrico Investimenti previsti (miliardi TND)
2023 800 12% 2,5
2025 1700 17% 5
2030 3800 30% 10

“Il sole non si nega a nessuno.”
In Tunisia, il sole è davvero la nuova ricchezza nazionale.

Agroalimentare: l’oro verde dell’olio d’oliva e l’innovazione nei campi

Quando si parla di Tunisia e agroalimentare, il pensiero va subito all’olio d’oliva. Il paese è tra i primi esportatori mondiali, con una reputazione di qualità crescente grazie a investimenti internazionali e a una filiera sempre più moderna[2]. Dal 2012, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha investito oltre 1,3 miliardi di euro in 55 progetti, molti dei quali dedicati proprio all’olivicoltura e all’export di olio d’oliva.

Ma l’agroalimentare tunisino è molto di più:

  • Produzione di agrumi, datteri, vino, conserve di pomodoro e prodotti ittici: settori che attirano investimenti esteri, soprattutto da Italia e Francia.
  • Trasformazione e confezionamento: opportunità per chi vuole portare know-how e tecnologie innovative.
  • Biologico e alimenti per bambini: segmenti in forte crescita, sostenuti da politiche di supporto governative.

Gli investimenti esteri sono facilitati dalla possibilità di affittare terreni agricoli (anche se non di acquistarli), e da incentivi per la trasformazione industriale dei prodotti agricoli. L’export è trainato soprattutto dall’olio d’oliva, ma anche da prodotti ittici, conserve e frutta secca.

Tabella: Principali settori agroalimentari e opportunità

Settore Opportunità e investimento Principali investitori esteri
Olio d’oliva Produzione imbottigliamento, export Italia, Francia, Spagna, USA
Prodotti ittici Lavorazione, congelamento, export Francia, Libia, EAU
Conserve di frutta e verdura Transformazione, packaging Italia, Francia, Libano
Agricoltura biologica Produzione, certificazione, export Germania, PaesiBassi

“Dove cresce l’ulivo, c’è sempre speranza.”
L’ulivo tunisino è simbolo di resilienza e prosperità.

Tecnologia e servizi digitali: la Tunisia che innova

Negli ultimi anni, la Tunisia ha saputo ritagliarsi un ruolo di primo piano anche nel settore della tecnologia e dei servizi digitali. Grazie a una popolazione giovane, istruita e con una forte propensione all’innovazione, il paese sta diventando un hub per startup, outsourcing e servizi IT.

  • Piattaforme digitali per investitori: la recente collaborazione tra la BERS e l’Autorità tunisina per gli investimenti ha portato al lancio di una piattaforma nazionale digitale che semplifica e automatizza tutte le procedure per chi vuole investire, dalla dichiarazione iniziale all’assistenza post-investimento.
  • Ecosistema startup in crescita: acceleratori, incubatori e fondi di venture capital stanno nascendo in tutto il paese, con particolare attenzione a fintech, e-health, agritech e soluzioni green.
  • Outsourcing e servizi IT: molte aziende europee scelgono la Tunisia per la qualità e il costo competitivo della forza lavoro, oltre che per la vicinanza geografica e culturale.

Il governo sostiene il settore con incentivi fiscali, zone franche tecnologiche e programmi di formazione avanzata.

Tabella: Tunisia digitale in numeri

Indicatore Valore 2025
Startup registrate 1200+
Zone franche tecnologiche 6
Laureati STEM / anno 12000 +
Investimenti in IT (mln €) 300

“Chi guarda avanti, trova la strada.”
La Tunisia digitale è già sulla via dell’innovazione.

Turismo: tra Mediterraneo, cultura e nuove esperienze

Il turismo è da sempre uno dei pilastri dell’economia tunisina, ma oggi il settore sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Non più solo spiagge e resort, ma anche turismo culturale, esperienziale e sostenibile.

  • Patrimonio storico e culturale: da Cartagine a Sidi Bou Said, passando per i siti UNESCO e i mercati tradizionali, la Tunisia offre un mix unico di storia, arte e tradizioni.
  • Turismo naturale e sportivo: il deserto del Sahara, le oasi, le montagne dell’Atlante e il Mediterraneo sono scenari ideali per chi cerca avventura e relax.
  • Nuove tendenze: turismo medicale, benessere, enogastronomia e viaggi esperienziali sono in forte crescita.

Il governo e gli operatori privati stanno investendo in infrastrutture, digitalizzazione dei servizi e promozione internazionale. Gli incentivi fiscali e le partnership pubblico-private rendono il settore ancora più attrattivo per investitori stranieri.

Tabella: Turismo in Tunisia – dati chiave

Indicatore Valore 2024
Arrivi turistici (millioni 8,5
Posti letto disponibili 250.000
Siti UNESCO 7
Crescita settore +12,8%

“L’ospite è un re, la casa è un palazzo.”
L’ospitalità tunisina è leggenda, e il turismo è la sua vetrina migliore.

Industria manifatturiera: il motore silenzioso della crescita

La manifattura tunisina è uno dei settori più dinamici e internazionalizzati del paese. Oltre 4.000 aziende straniere hanno scelto la Tunisia come base produttiva, attratte da costi competitivi, forza lavoro qualificata e accesso facilitato ai mercati europei e africani.

  • Automotive e componentistica: forniture per grandi gruppi europei, con un focus sulla qualità e l’innovazione.
  • Elettronica e meccanica: produzione di apparecchiature, cavi, quadri elettrici e tecnologie per l’industria 4.0.
  • Tessile e abbigliamento: filiera integrata, export verso Europa e Medio Oriente, attenzione crescente alla sostenibilità.

Le zone franche industriali, la semplificazione delle procedure doganali e gli accordi di libero scambio con l’UE rendono la Tunisia una piattaforma ideale per chi vuole produrre e distribuire su scala internazionale.

Tabella: Manifattura tunisina – settori chiave

Settore Numeri aziende estere Principali mercato di export
Automotive 350 Francia, Germania, Italia
Elettronica 200 UE, Africa
Tessile 1000+ UE, USA, Medio Oriente
Meccanica 300 UE, Africa

“Chi lavora con le mani, costruisce il futuro.”
La manifattura tunisina è fatta di tradizione e innovazione.

Perché investire in questi settori? Vantaggi concreti

  • Quadro normativo favorevole: riforme recenti, incentivi fiscali, semplificazioni amministrative.
  • Posizione strategica: ponte tra Europa e Africa, accesso facilitato ai mercati UE e africani.
  • Capitale umano qualificato: forza lavoro giovane, istruita e orientata all’innovazione.
  • Infrastrutture in crescita: porti, aeroporti, zone franche e piattaforme digitali per investitori.
  • Stabilità e apertura internazionale: accordi di protezione degli investimenti, doppia imposizione, partnership con la BERS e altre istituzioni.

Tunisia vs altri paesi del Mediterraneo: confronto settoriale

Settore Tunisia Marocco Egitto Turchia
Energia rinnovabili Obiettivo 17% mix 2026 20% mix 2030 20% mix 2022 30% mix 2030
Agroalimentare Top 3 export olio oliva Ortaggi, agrumi, pesce Cotone, riso, datteri Frutta, nocciole
Tecnologia/IT Startup, outsourcing Offshoring, fintech Telecom, e-commerce Industria software
Turismo +12,8% crescita 2024 +10% crescita 2024 +15% crescita 2024 +8% crescita 2024
Manifattura Automotive, tessile Automotive, tessile Tessile, chimica Automotive, elettronica

Conclusione: “Il futuro si costruisce oggi, non domani.”

La Tunisia è oggi uno dei paesi più dinamici del Mediterraneo, capace di offrire opportunità reali a chi vuole investire in settori ad alto potenziale. Dalle rinnovabili all’agroalimentare, dalla tecnologia al turismo e alla manifattura, il paese unisce tradizione e innovazione, ospitalità e competitività.

Se cerchi un luogo dove seminare il tuo investimento e raccogliere frutti veri, la Tunisia ti aspetta:
“Chi semina bene, raccoglie meglio.”
E qui, il terreno è più fertile che mai.

1. https://www.agenzianova.com/news/la-tunisia-lancia-progetti-per-produrre-1-700-megawatt-da-fonti-rinnovabili/
2. https://it.oliveoiltimes.com/business/new-funds-for-olive-growing-and-irrigation-projects-in-tunisia/103897
3. https://www.mo.cna.it/wp-content/uploads/2023/07/2023_ICE_Tunisi_Agri-catalogo.pdf
4. https://www.infomercatiesteri.it/highlights_dettagli.php?id_highlights=21952
5. https://spinellimechri.com/notizie/tunisia-un-hub-emergente-per-gli-investimenti-nel-mediterraneo

Nuove riforme fiscali e semplificazioni in Tunisia: il 2025 segna una svolta per chi investe

“Chi attraversa il mare… può attraversare un ruscello.”
Questo proverbio tunisino racchiude bene lo spirito di cambiamento che anima la Tunisia nel 2025: chi ha il coraggio di investire oggi, sarà pronto a superare ogni ostacolo domani. E mai come quest’anno il paese ha deciso di mettere il turbo alle riforme fiscali, semplificando la vita a chi vuole fare impresa e puntando su un sistema tributario moderno, equo e competitivo.
In questo post, ti porto alla scoperta delle novità più interessanti della legge finanziaria 2025, delle nuove aliquote, delle esenzioni per le nuove aziende, e di come queste riforme possano tradursi in opportunità concrete per chi sogna di crescere nel cuore del Mediterraneo.

2025: Un anno di grandi cambiamenti per la fiscalità tunisina

La Tunisia, da sempre ponte tra Europa e Africa, ha deciso di giocare d’anticipo, varando una legge finanziaria che rivoluziona il panorama fiscale per imprese e privati. L’obiettivo? Semplificare, rendere più trasparente il sistema e attirare investimenti, soprattutto in settori innovativi e ad alto valore aggiunto.
Ecco i punti chiave delle nuove riforme:

  • Aliquota media per le imprese portata al 20% (in precedenza era del 15%)
  • Aliquota ridotta al 10% per settori prioritari (agricoltura, pesca, sviluppo regionale, artigianato)
  • Aliquota maggiorata al 35% e 40% per settori ad alto reddito (telecomunicazioni, energia, banche, assicurazioni)
  • Esenzione totale da imposte per le aziende create nel 2024 e 2025 per i primi quattro anni di attività
  • Contribuzione straordinaria del 2% sugli utili per le imprese con fatturato superiore a 20 milioni di dinari tunisini (circa 6 milioni di euro)
  • Nuove semplificazioni e incentivi per la digitalizzazione e la trasparenza

Nuove aliquote: chi paga cosa?

La riforma fiscale tunisina del 2025 introduce una tassazione differenziata in base al settore e al fatturato, con l’obiettivo di premiare chi investe in attività strategiche e di responsabilizzare i grandi player dei settori più redditizi.

Tabella: Aliquote fiscali per le imprese in Tunisia (2025)

Settore / Tipologia di imprese Aliquota 2025
Agricoltura, pesca, sviluppo regionale, artigianato 10%
Imprese ordinate (off-shore incluse) 20%
Telecomunicazioni, energia, franchising, GDO 35%
Banche, assicurazioni 40%
Nuove imprese (costituite 2024-2025) 0% (primi 4 anni)

Fonte: Agenzia ICE, Agenzia Nova, FiscoOggi

Questa struttura premia chi investe in settori chiave per lo sviluppo del paese e chi scommette sulle nuove imprese, mentre chiede un contributo maggiore a chi opera in comparti già consolidati e ad alto margine.

Esenzione totale per le nuove aziende: una vera occasione

Uno degli aspetti più rivoluzionari della riforma 2025 è l’esenzione totale da imposte per le società costituite nel 2024 e 2025 per i primi quattro anni di attività. Questo incentivo è pensato per sostenere la nascita di nuove aziende, startup e PMI, offrendo loro la possibilità di reinvestire tutti i profitti nella crescita senza il peso della tassazione.

Come funziona l’esenzione?

  • Chi può beneficiarne? Tutte le nuove imprese, con alcune eccezioni (settore finanziario, immobiliare, telecomunicazioni, commercio, industria estrattiva ed energia – salvo le rinnovabili).
  • Quanto dura? L’esenzione è totale per i primi quattro anni di attività.
  • Cosa succede dopo? Dal quinto anno, l’impresa passa all’aliquota ordinaria prevista per il proprio settore.

Esempio pratico
Immagina di avviare una PMI nel settore agroalimentare nel 2025:

  • Dal 2025 al 2028 non paghi imposte sugli utili.
  • Dal 2029 in poi, pagherai il 10% (se operi in agricoltura) o il 20% (se in altri settori).

Aliquote ridotte e settori prioritari: dove conviene investire

La Tunisia punta molto su alcuni settori strategici per la crescita e la modernizzazione del paese. Se decidi di investire in questi ambiti, la tassazione è ancora più vantaggiosa:

  • Agricoltura e pesca
  • Sviluppo regionale (aree meno sviluppate)
  • Artigianato
  • Attività legate all’innovazione, cultura, giovani, ambiente

Per queste categorie, l’aliquota è fissata al 10%, indipendentemente dal fatturato. Un chiaro segnale che la Tunisia vuole attrarre investimenti “buoni”, capaci di creare occupazione, innovazione e sviluppo locale.

Settori ad alto reddito: la responsabilità di chi guadagna di più

Per chi opera in comparti ad alto margine – come banche, assicurazioni, telecomunicazioni, energia, franchising, grande distribuzione organizzata (GDO) – la tassazione cresce:

  • 35% per telecomunicazioni, energia, franchising, GDO
  • 40% per banche e assicurazioni (aumento del 5% rispetto al passato)

Questa scelta mira a riequilibrare il carico fiscale e a sostenere le casse pubbliche, senza penalizzare la competitività dei settori più dinamici.

Semplificazioni e digitalizzazione: meno burocrazia, più efficienza

La riforma non si limita alle aliquote: la Tunisia ha avviato un processo di semplificazione amministrativa e digitalizzazione delle procedure fiscali. Gli obiettivi sono:

  • Ridurre i tempi per l’apertura e la gestione delle imprese
  • Semplificare la dichiarazione e il pagamento delle imposte
  • Favorire la trasparenza e la lotta all’evasione
  • Avvicinare il paese agli standard europei

La digitalizzazione riguarda anche i rapporti con la pubblica amministrazione, con sportelli unici e piattaforme online per tutte le pratiche fiscali e doganali.

Incentivi regionali e per l’innovazione

Oltre alle esenzioni e alle aliquote ridotte, la Tunisia offre incentivi fiscali per chi investe in aree di sviluppo regionale e in progetti di innovazione:

  • Esenzione totale dalla base imponibile per 5 anni (zone Gruppo 1) o 10 anni (zone Gruppo 2) per attività industriali, artigianali, turistiche localizzate in aree prioritarie.
  • Deduzioni per investimenti in ricerca, tecnologia, formazione e per la creazione di nuovi posti di lavoro.
  • Agevolazioni per l’acquisizione di beni strumentali non reperibili localmente.

Questi strumenti rendono ancora più conveniente puntare su settori innovativi e su territori che hanno bisogno di sviluppo.

Tabella comparativa: Tunisia vs altri paesi del Nord Africa (2025)

Paese Aliquota ordinaria Aliquota minima Aliquota massima Esenzione nuove imprese Incentivi regionali
Tunisia 20% 10% 40% per 4 anni Si (fino a 10 anni)
M;arocco 31% 15% 38% Limitata Si (fino a 5 anni)
Algeria 26% 19% 30% No Limitata

Fonte: ICE, Agenzia Nova, FiscoOggi

Un sistema più equo e sostenibile

La nuova legge finanziaria tunisina vuole costruire un sistema fiscale più equo – chi guadagna di più contribuisce di più – e più sostenibile, con incentivi mirati a favorire l’innovazione, la crescita delle PMI e lo sviluppo delle aree meno ricche.

Non mancano però i controlli: tutte le società devono rispettare i principi contabili tunisini (GAAP), e sono previste minimum tax anche per chi gode di aliquote ridotte, per evitare abusi e garantire un gettito minimo allo Stato.

Detti tunisini: “la saggezza della semplicità”

Ridi della vita prima che la vita si prenda gioco di te.”

Le riforme fiscali tunisine sono anche un invito a non temere il cambiamento, ma a coglierlo come un’opportunità per crescere e innovare.

Chi ama il lusso e le belle cose deve stare sveglio tutta la notte.”

Solo chi lavora con passione e impegno può approfittare delle occasioni che la Tunisia offre oggi agli imprenditori.

Casi pratici: chi può davvero beneficiare delle riforme?

  • Startup tecnologiche: esenzione totale per 4 anni, aliquota ridotta dopo, incentivi per ricerca e formazione.
  • PMI agricole: aliquota al 10%, esenzione per nuovi investimenti, accesso a fondi regionali.
  • Industrie manifatturiere in zone svantaggiate: esenzione fino a 10 anni, deduzioni per nuovi macchinari e assunzioni.

Prospettive future: Tunisia, laboratorio di riforme

La Tunisia si candida a diventare un laboratorio di riforme fiscali nel Mediterraneo, capace di attrarre investimenti, creare occupazione e sostenere la crescita sostenibile. Il paese vuole dimostrare che si può essere competitivi senza rinunciare all’equità e alla trasparenza.

Il momento giusto per investire è adesso
Il successo ti mostra di che cosa sei capace; il fallimento per cosa valga la pena combattere.”
La Tunisia, con le sue nuove riforme fiscali, offre agli investitori la possibilità di scoprire il proprio vero valore, in un contesto dinamico, aperto e in rapida evoluzione.
Se stai pensando di espandere la tua attività, creare una startup o puntare su nuovi mercati, il 2025 è l’anno giusto per guardare alla Tunisia con occhi nuovi. Qui, chi attraversa il mare… può davvero attraversare ogni ruscello. E raccogliere i frutti di una stagione di grandi cambiamenti.

Fonte:
1. https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/schede-paese/articolo/tunisia
2. https://www.agenzianova.com/a/670f9abd7feb28.52813749/5594354/2024-10-16/tunisia-nuove-aliquote-per-le-imprese-nella-finanziaria-2025
3. https://www.ice.it/it/news/notizie-dal-mondo/278422
4. https://www.rositaferrato.it/2020/04/01/proverbi-tunisini/
5. https://www.venderedipiu.it/dalle-rubriche/proverbi-arabi-e-consigli-utili

Incentivi fiscali e agevolazioni in Tunisia: un’occasione d’oro per gli investitori

“Chi vuole raccogliere frutti deve prima curare la terra.”
Questo antico detto tunisino sintetizza perfettamente la filosofia del paese verso gli investimenti esteri: offrire un terreno fertile fatto di incentivi fiscali e agevolazioni concrete per chi decide di puntare su questo mercato in crescita.

La Tunisia, con la sua posizione strategica tra Europa e Africa, ha costruito un sistema di incentivi che rende l’investimento non solo possibile, ma anche vantaggioso. Vediamo insieme come funziona questo quadro fiscale e quali sono le principali agevolazioni che il paese mette a disposizione degli investitori.

Un quadro di incentivi ampio e mirato

La Tunisia ha adottato una serie di misure fiscali per attrarre capitali stranieri e stimolare lo sviluppo economico, soprattutto in settori strategici e nelle aree meno sviluppate del paese. Questi incentivi si articolano in:

  • Esenzioni dai dazi doganali per l’importazione di beni strumentali non reperibili localmente
  • Riduzione dell’IVA su questi beni
  • Esenzione totale sugli utili e proventi reinvestiti
  • Deduzioni fiscali per investimenti in settori prioritari o in aree di sviluppo regionale

Esenzione dai dazi doganali e riduzione IVA

Uno dei vantaggi più immediati per le imprese che investono in Tunisia riguarda l’importazione di beni strumentali, cioè macchinari, attrezzature e tecnologie necessari per la produzione e lo sviluppo delle attività.

  • Se questi beni non sono disponibili sul mercato tunisino, l’importazione è esente da dazi doganali.
  • Inoltre, l’IVA applicata su questi beni è ridotta o azzerata, favorendo un abbattimento dei costi iniziali di investimento.

Questa misura è particolarmente importante per le aziende che puntano su tecnologie avanzate o macchinari specifici, facilitando l’accesso a strumenti produttivi di qualità senza gravare troppo sui costi.

Esenzione sugli utili e proventi reinvestiti

Un altro incentivo molto apprezzato è l’esenzione totale sugli utili e proventi reinvestiti. In pratica:

  • Le imprese che decidono di reinvestire i propri guadagni all’interno della società, ad esempio aumentando il capitale o acquistando nuovi beni, possono beneficiare di una deduzione fiscale pari all’ammontare reinvestito.
  • Questo stimola la crescita interna e la sostenibilità degli investimenti, premiando chi punta a consolidare e ampliare la propria presenza nel paese.

Deduzioni fiscali per investimenti strategici e sviluppo regionale

La Tunisia ha individuato alcune aree e settori prioritari per il proprio sviluppo economico, offrendo incentivi mirati per attrarre investimenti:

  • Settori strategici: agricoltura, pesca, nanotecnologie, biotecnologie, elettronica, energie rinnovabili, tutela ambientale, trattamento dei rifiuti.
  • Aree di sviluppo regionale: zone meno sviluppate del paese, suddivise in due gruppi, con agevolazioni fiscali variabili (esenzione totale della base imponibile fino a 10 anni).

Le società che si insediano in queste zone o operano in questi settori possono godere di:

  • Esenzioni fiscali totali o parziali per un periodo che va da 5 a 10 anni, a seconda della classificazione della zona.
  • Deduzioni dalla base imponibile per i proventi reinvestiti.
  • Altri incentivi specifici, come contributi per l’acquisto di nuovi macchinari o per la creazione di posti di lavoro.

Tabella riassuntiva degli incentivi fiscali in Tunisia

Tipo di Incentivo Descrizione Durata / Aliquota
Esenzione dazi doganili Per importazione di beni strumentali non reperibili localmente Totale
Riduzione IVA Su beni strumentali importati Ridotta o azzerrata
esenzione utili reinvestiti Deduzione fiscale pari all’amontare reinvestito variabile
Aliquota ridotta per settori prioritari Agricoltura, pesca, sviluppo regionale, artigianato 10%
Aliquota generale Altri setytori 20%
esenzione fiscale per nuove imprese Per società costituite nel 2024 e 2025 0% per i primi 4 anni
Incentivi sviluppo regionale Esenzione totale base imponibile per attività industriali, artigianali e turistiche 5 – 10 anni a seconda della zona.

Incentivi per la creazione di nuove imprese e promozione della tecnologia

La Tunisia sostiene la nascita di nuove aziende e l’innovazione tecnologica con ulteriori agevolazioni:

  • Le imprese di nuova costituzione (escluse alcune categorie come finanziarie, immobiliari, telecomunicazioni e commercio) possono beneficiare di una deduzione totale dalla base imponibile per i primi quattro anni di attività.
  • La percentuale di esenzione è del 100% per il primo anno, scendendo progressivamente al 25% nel quarto anno.
  • Sono inoltre previste agevolazioni per le società che investono in ricerca scientifica, educazione e formazione, valorizzando il capitale umano e l’innovazione.

Incentivi per le imprese esportatrici

Le aziende che operano principalmente nell’export godono di ulteriori vantaggi:

  • Esenzione totale dall’IVA e dazi doganali sui prodotti destinati all’esportazione.
  • Possibilità di accedere a finanziamenti agevolati e linee di credito dedicate.
  • Incentivi specifici per aumentare la competitività sui mercati esteri.

Il contesto fiscale e le recenti novità

La legge finanziaria del 2025 ha introdotto alcune novità importanti:

  • L’aliquota media per le imprese è stata fissata al 20%, con aliquote ridotte al 10% per i settori prioritari e aumentate fino al 40% per banche e assicurazioni.
  • Per le società costituite nel 2024 e 2025 è prevista un’esenzione totale dall’imposta per i primi quattro anni.
  • È stata introdotta una contribuzione straordinaria del 2% sugli utili per le imprese con fatturato superiore a 20 milioni di dinari tunisini (circa 6 milioni di euro).
  • Sono confermate le esenzioni e le agevolazioni per investimenti in sviluppo regionale, agricoltura, tutela ambientale e ricerca.

Detto tunisino: “La fortuna aiuta gli audaci”

Investire in Tunisia significa saper cogliere al volo queste opportunità fiscali e costruire un progetto solido e sostenibile. Il sistema di incentivi è pensato per premiare chi ha il coraggio di puntare sul paese e di contribuire al suo sviluppo.

Tunisia a confronto con altri paesi del Nord Africa

Incentivi fiscali Tunisia Marocco Algeria
Esenzione dazi import Si, per beni strumentali Si, ma con limitazioni Limitata
Aliquota imposta società 20% (10% settori prioritari) 31% (15% settori prioritari) 26% (19% settori prioritari)
esenzione utili reinvestiti Si Limitata No
Incentivi sviluppo regionale fino a 10anni esenzione fino a 5 anni Limitata
Agevolazioni per nuove imprese Deduzione fino al 100% primi 4 anni Si, ma più limitata NO

Un sistema fatto su misura per gli investitori

La Tunisia ha saputo creare un ambiente fiscale che non solo attrae capitali, ma li sostiene nel tempo, favorendo la crescita e la sostenibilità degli investimenti. Grazie a esenzioni, deduzioni e agevolazioni mirate, il paese offre un terreno fertile per chi vuole crescere nel Nord Africa, con un occhio attento ai settori strategici e allo sviluppo regionale.
Come dice un proverbio tunisino:
“Chi cura il proprio orto, gode dei frutti più dolci.”
La Tunisia è pronta a diventare il tuo orto produttivo nel Mediterraneo, con incentivi concreti e un clima favorevole per far fiorire ogni investimento.

Se stai valutando nuovi mercati o vuoi espandere la tua attività, la Tunisia è una scelta da considerare con attenzione. Il paese unisce vantaggi fiscali, posizione strategica e un quadro normativo moderno, offrendo opportunità reali e durature per gli investitori di tutto il mondo.

Tunisia: Il Ponte Naturale tra Europa e Africa

“Chi viaggia vede mille strade, chi resta vede solo la sua.”
Questo antico proverbio tunisino racchiude perfettamente la vocazione della Tunisia: essere crocevia di popoli, culture e, oggi, di affari internazionali. In un mondo dove la posizione conta più che mai, la Tunisia si presenta come un autentico ponte tra Europa, Africa e Medio Oriente, offrendo vantaggi competitivi unici a chi sceglie di investire qui.

La Geografia della Tunisia: Un Crocevia nel Mediterraneo

Se guardiamo una cartina, la Tunisia salta subito all’occhio: è il paese più a nord dell’Africa, affacciato sul Mar Mediterraneo, a soli 140 chilometri dalla Sicilia. A ovest confina con l’Algeria, a sud con la Libia, mentre a nord e a est si apre verso l’Europa e il Medio Oriente. Questa posizione strategica, nel cuore del bacino mediterraneo, è la chiave del suo successo come piattaforma logistica e commerciale.

La capitale Tunisi, situata sulla costa settentrionale, è da sempre un porto naturale e un punto di incontro tra le rotte marittime che collegano est e ovest, nord e sud. Non è un caso che la storia della Tunisia sia costellata di grandi civiltà: dai Fenici ai Romani, dagli Arabi agli Ottomani, tutti hanno riconosciuto il valore di questa terra come porta d’accesso tra continenti.

La Tunisia come Hub: Vantaggi per il Business

Oggi, la Tunisia è molto più di un punto sulla mappa: è un hub emergente per gli investimenti e il commercio internazionale. Il paese si è ritagliato un ruolo di primo piano grazie a:

  • Vicino all’Europa: solo 140 km dalla Sicilia, con collegamenti marittimi e aerei rapidi e frequenti.
  • Accesso ai mercati africani: la Tunisia è la porta d’ingresso verso i mercati dell’Africa subsahariana, in forte crescita.
  • Ponte verso il Medio Oriente: la vicinanza geografica e culturale facilita gli scambi con i paesi arabi e mediterranei.
  • Infrastrutture moderne: porti, aeroporti e zone franche in continua evoluzione per favorire la logistica e l’export.

Tabella: Distanze strategiche dalla Tunisia

Destinazione Distanza da Tunisi (km) Tempo di volo medio
Palermo (Italia) 300 1 ora
Marsiglia (Francia) 850 2 ore
Tripoli (Libia) 550 1 ora
Algeri (Algeria) 760 1 ora 30 min.
Il Cairo (Egitto) 2200 3 ore

Accordi e Convenzioni: La Tunisia che Protegge e Facilita

Un altro punto di forza della Tunisia è la sua fitta rete di accordi internazionali. Il paese ha firmato:

  • 52 convenzioni contro la doppia imposizione
  • 54 accordi bilaterali per la protezione degli investimenti

Questi strumenti offrono agli investitori stranieri una cornice legale solida e sicura, riducendo i rischi fiscali e garantendo la tutela degli interessi economici. In pratica, investire in Tunisia significa poter contare su regole chiare, trasparenza e protezione giuridica.

Tabella: Tunisia e i suoi principali accordi internazionali

Tipologia Accordo Numero Accordi Mercati Coinvolti
Doppia imposizione 52 Europa, Africa, Asia
Protezione degli investimenti 54 Europa, Africa, Asia, USA
Accordo di associazione EU 1 Unione Europea
Accordi di libero scambio 20+ Maghreb, COMESA, Turchia

L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea: Un Vero Plus

La Tunisia è stato il primo paese del Sud Mediterraneo a firmare un Accordo di Associazione con l’Unione Europea, già nel 1995. Questo accordo ha spalancato le porte del mercato europeo alle imprese tunisine e ha favorito la circolazione di merci, servizi e capitali.

Oggi, la Tunisia gode dello status di “Partner Avanzato” dell’UE, il che significa:

  • Accesso preferenziale ai mercati europei
  • Procedure doganali semplificate
  • Cooperazione economica e tecnica rafforzata

Questo status rende la Tunisia una piattaforma ideale per chi vuole esportare verso l’Europa, sfruttando costi competitivi e una logistica efficiente.

Un Ponte tra Continenti: La Tunisia nella Nuova Geopolitica

Non è solo una questione di geografia: la Tunisia è un attore chiave nella stabilità e nello sviluppo del Mediterraneo e del Nord Africa. La sua posizione la rende fondamentale per:

  • La sicurezza regionale: la Tunisia è un baluardo contro le minacce che arrivano dal Sahel e dalla Libia, collaborando attivamente con l’Europa su temi come immigrazione e terrorismo.
  • La diplomazia economica: grazie ai suoi accordi, la Tunisia è un punto di incontro per investitori europei, africani e mediorientali.
  • La cultura degli scambi: la lunga tradizione di rapporti con Francia e Italia ha creato un ambiente favorevole agli affari e alla collaborazione internazionale.

Detto Tunisino: “La porta aperta fa entrare amici e opportunità”

Questo proverbio spiega bene la filosofia tunisina: la Tunisia è una porta aperta verso il futuro, pronta ad accogliere chi vuole crescere insieme a lei. Non a caso, oltre 4.000 aziende straniere hanno già scelto di stabilirsi qui, attratte dalla posizione, dai costi competitivi e dal clima favorevole agli investimenti.

Tunisia vs. Altri Hub del Mediterraneo: Un Confronto Diretto

Caratteristica Tunisia Marocco Egitto Turchia
Distanza dall’Europa 140 km 13 km (Spagna) 800 km 2 km (grecia)
Accordo EU Associazione Associazione Accordo di Partenariato Unione Dogonale
Accordi doppia impos. 52 50+ 40+ 80+
Protezione investimenti 54 60+ 50+ 80+
Zone franche Si Si Si Si
Focus geografico Europa, Africa Europa, Africa Africa, Medio Oriente Europa, Asia

Infrastrutture e Logistica: Il Motore della Competitività Tunisina

La posizione non basta senza infrastrutture all’altezza. La Tunisia ha investito molto per diventare un hub moderno:

  • Porti principali: Rades, Sfax, Bizerte, Gabes – collegamenti diretti con i principali scali europei e africani.
  • Aeroporti internazionali: Tunisi-Cartagine, Monastir, Djerba – voli frequenti verso Europa, Africa e Medio Oriente.
  • Zone franche e industriali: aree dedicate agli investitori stranieri con vantaggi fiscali e amministrativi.

Questi asset rendono la Tunisia una piattaforma logistica ideale per chi vuole produrre, assemblare o distribuire merci su scala internazionale.

Un Paese, Mille Opportunità: I Settori Chiave

Grazie alla sua posizione, la Tunisia offre opportunità in numerosi settori:

  • Manifatturiero: componentistica auto, elettronica, tessile – esportazione verso UE e Africa.
  • Agroalimentare: olio d’oliva, datteri, agrumi – prodotti tipici richiesti sui mercati internazionali.
  • Turismo e servizi: la costa mediterranea attira milioni di visitatori ogni anno.
  • Energie rinnovabili: il paese punta a diventare leader nel solare e nell’eolico, sfruttando la posizione e il clima.

Detto Tunisino: “Dove passa la carovana, nasce il mercato”

La Tunisia è la carovana che collega mondi diversi: chi investe qui trova mercati nuovi, idee fresche e una rete di relazioni che va oltre i confini nazionali.

Tunisia, la Porta del Mediterraneo

Essere al centro non è solo una questione di geografia, ma di mentalità. La Tunisia ha saputo trasformare la sua posizione in una piattaforma di opportunità, dove Europa, Africa e Medio Oriente si incontrano e si contaminano. I suoi accordi internazionali, la stabilità politica e la cultura dell’accoglienza fanno della Tunisia un luogo dove il futuro si costruisce ogni giorno, insieme.
Come dice un altro proverbio tunisino:
“Chi vuole andare lontano, parte dalla porta di casa.”
E la Tunisia, con la sua porta sempre aperta, è pronta ad accogliere chi vuole investire, crescere e scoprire nuove strade nel cuore del Mediterraneo.

Fonti:

1. https://www.informare.camcom.it/wp-content/uploads/2013/10/La-Tunisia.pdf
2. https://www.tunisi.info/cartina-della-tunisia/
3. https://it.wikipedia.org/wiki/Tunisia
4. https://spinellimechri.com/notizie/tunisia-un-hub-emergente-per-gli-investimenti-nel-mediterraneo
5. https://www.treccani.it/enciclopedia/tunisia_res-2193e769-ac23-11e2-9d1b-00271042e8d9_(Atlante-Geopolitico)/

Crescita economica e prospettive future della Tunisia: tra sfide e opportunità

“Chi semina vento raccoglie tempesta, ma chi semina speranza può raccogliere un raccolto abbondante.”
Questo proverbio tunisino racchiude lo spirito di un paese che, nonostante le difficoltà, continua a guardare avanti con tenacia e determinazione. Parliamo di Tunisia, una terra che ha attraversato rivoluzioni, crisi e cambiamenti profondi, ma che oggi si trova a un bivio: tra le sfide strutturali e le opportunità di rilancio economico.

Uno sguardo ai numeri: la crescita che riparte (piano piano)

La Tunisia non è un paese che si arrende facilmente. I dati più recenti ci raccontano una storia fatta di piccoli passi avanti, ma anche di ostacoli da superare. Secondo la Banca Mondiale, la crescita economica tunisina dovrebbe attestarsi intorno al 2,2% nel 2025 e al 2,3% nel 2026, in lieve miglioramento rispetto all’1,2% del 2024. Tuttavia, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) è più cauto e prevede una crescita più contenuta, ferma all’1,4% sia per il 2025 che per il 2026.

Questa differenza di previsioni riflette l’incertezza che ancora pesa sul futuro economico del paese. Ma come si dice da queste parti:
“Il tempo guarisce tutto” – e la Tunisia sembra volerci credere davvero.

Tabella: Previsioni di crescita economica Tunisia 2024-2026

Fonte 2024 2025 2026
Banca mondiale 1,2% 2,2% 2,3%
Fondo Monetario Int. 1,4% 1,4% 1,4%
Trading Economics 1,9% 1,8% 2,2%

Fonte: World Bank, IMF, Trading Economics

I settori che trainano la ripresa

Nonostante la crescita sia ancora modesta, alcuni settori stanno mostrando segnali di vitalità. L’agricoltura, ad esempio, ha registrato un incremento del 12,1% nel valore aggiunto nell’ultimo trimestre del 2024. In un paese dove “l’acqua è più preziosa dell’oro”, il settore agricolo resta fondamentale, anche se fortemente esposto ai rischi climatici.

Oltre all’agricoltura, la ripresa del turismo (+12,8% nel 2023) e la crescita delle esportazioni nei comparti meccanico ed elettrico (+5,8%) hanno contribuito a sostenere l’economia. La Tunisia, infatti, vanta una delle economie più diversificate dell’Africa, con una solida base nei servizi e una crescente attenzione verso i prodotti ad alto valore aggiunto, come macchinari elettrici e apparecchiature medicali.

Le sfide strutturali: tra deficit e disoccupazione

“Anche se indossa una sella d’oro, l’asino non diventa un cavallo da corsa.”
Questo proverbio tunisino ci ricorda che, senza riforme profonde, i problemi strutturali non si risolvono con semplici aggiustamenti di facciata.

La Tunisia, infatti, si trova a dover gestire:

  • Deficit gemelli (commerciale e di bilancio) ai massimi storici
  • Deprezzamento del dinaro tunisino
  • Disoccupazione elevata (16% nel quarto trimestre 2023)
  • Partecipazione al lavoro sotto i livelli pre-pandemia (46%)
  • Inflazione persistente (prevista al 6,1% nel 2025 e 6,5% nel 2026)

Questi elementi limitano la capacità del paese di attrarre investimenti e di sostenere una crescita più robusta.

Il peso del clima: una sfida che vale miliardi

La Tunisia è uno dei paesi più esposti ai cambiamenti climatici dell’intera regione mediterranea. Siccità, scarsità d’acqua e temperature in aumento rischiano di erodere fino al 3,4% del PIL entro il 2030 se non si interviene con urgenza. Al contrario, una strategia di adattamento e decarbonizzazione potrebbe far crescere il PIL del 9% e ridurre la povertà del 12% nello stesso arco temporale.

“Contare sul proprio asino è meglio che contare sul cavallo degli altri.”
Un invito, questo, a investire sulle proprie risorse e sulla sostenibilità, piuttosto che aspettare soluzioni dall’esterno.

Il paradosso tunisino: potenzialità inespresse

Nonostante tutto, la Tunisia resta un paese dalle enormi potenzialità. La sua posizione geografica strategica, la forza lavoro giovane e qualificata, la vicinanza ai mercati europei e africani, e la capacità di innovare nei settori chiave sono asset che pochi altri paesi del Nord Africa possono vantare.

Eppure, come sottolinea un’analisi della Carnegie Endowment, la crescita resta al di sotto del potenziale a causa di un modello economico che privilegia la spesa pubblica per sostenere il consenso sociale, a scapito degli investimenti privati e dell’efficienza del sistema bancario. Questo circolo vizioso alimenta deficit, inflazione e bassa crescita, rendendo il paese vulnerabile a ogni shock esterno.

La via d’uscita: investimenti e riforme

Per uscire da questa situazione, la Tunisia ha bisogno di:

  • Un forte impulso agli investimenti, sia pubblici che privati
  • Riforme strutturali per migliorare il clima d’affari e la competitività
  • Strategie di adattamento climatico e transizione verde
  • Sostegno internazionale per colmare il gap di finanziamento

Come recita un altro proverbio locale:
“Chi incontra uomini incontra tesori.”
Il capitale umano e le relazioni internazionali saranno fondamentali per costruire un futuro più prospero.

il futuro è nelle mani dei tunisini

La Tunisia è oggi a un bivio. Da una parte, le fragilità strutturali e i rischi climatici minacciano di rallentare la ripresa. Dall’altra, la resilienza del suo popolo, la diversificazione economica e il potenziale di innovazione offrono una base solida su cui costruire una crescita più inclusiva e sostenibile.
Il cammino non sarà facile, ma come si dice qui:
“Solo chi cammina sui carboni ardenti conosce il vero dolore.”
Solo chi affronta le difficoltà può davvero apprezzare il valore della ripresa.

La Tunisia ha tutte le carte in regola per trasformare le sue sfide in opportunità. Serve coraggio, visione e la capacità di “contare sul proprio asino”, investendo sulle risorse locali e sulla forza delle proprie idee. Il futuro, in fondo, è una terra da seminare: e chi semina con saggezza, raccoglierà frutti abbondanti.

Approfondimento: confronto con altri paesi del Nord Africa

Paese Crescita PIL 2024 Crescita PIL 2025 Inflazione 2025 Disoccupazione
Tunisia 1,2% – 1,4% 1,4% – 2,2% 6,1% 16%
Marocco 3,1% 3,5% 4,0% 11,2%
Algeria 2,4% 2,7% 7,3% 11,7%

Fonte: World Bank, IMF, dati 2024-2025

Questo confronto mostra come la Tunisia debba ancora recuperare terreno rispetto ai suoi vicini, ma anche come le condizioni siano favorevoli a chi saprà cogliere le opportunità di una ripresa ancora tutta da costruire.

In sintesi

  • La crescita tunisina è prevista tra l’1,4% e il 2,3% nel biennio 2025-2026.
  • Settori trainanti: agricoltura, turismo, meccanica, elettrico.
  • Sfide: deficit, disoccupazione, inflazione, cambiamenti climatici.
  • Opportunità: posizione strategica, capitale umano, diversificazione.
  • Parola d’ordine: investire in riforme, sostenibilità e innovazione.

Come dice un ultimo proverbio tunisino:
“Il sale non manca mai in nessun pasto.”
La Tunisia, con le sue risorse e la sua resilienza, sarà sempre presente sulla tavola delle opportunità del Mediterraneo. Sta a noi scegliere come valorizzarla.

Fonti:

1. https://www.worldbank.org/en/country/tunisia/overview
2. https://themaghrebtimes.com/the-world-bank-forecasts-a-growth-of-2-2-for-tunisia-in-2025-and-2-3-in-2026/
3. https://en.africanmanager.com/tunisias-economic-growth-stuck-at-1-4-through-2025-2026-imf-reports/
4. https://carthagemagazine.com/tunisian-proverbs-to-live-by/
5. https://tradingeconomics.com/tunisia/gdp-growth-annual
6. https://documents1.worldbank.org/curated/en/099062824131030202/P5065511880f36041bd91109893301d6be.docx
7. https://www.cairn-int.info/journal-afd-research-papers-2023-286-page-1.htm
8. https://carnegieendowment.org/research/2024/10/tunisias-economy-in-the-eye-of-the-storm?center=middle-east

About Magazine, la rivista maggio 2025

Un viaggio tra salute, consapevolezza e storie che ispirano

Benvenuti nel nuovo numero di About Magazine, una rivista che unisce approfondimento, praticità e narrazione per accompagnarvi in un mese di scelte consapevoli e scoperte appassionanti.

Salute e Benessere Scoprite come rendere la salute appetitosa con 5 ricette gustose e nutrienti, pensate per prendervi cura di voi stessi senza rinunciare al piacere del cibo.
Approfondite la prevenzione della cataratta con rimedi naturali e trattamenti sicuri,
imparate a proteggere i vostri amici a quattro zampe con guide su antiparassitari, leishmaniosi e malattie stagionali.
Attualità e Sostenibilità Un’analisi approfondita su demografia e migrazioni vi porterà a riflettere sulle dinamiche globali,
Un focus su energia solare vi mostrerà come costruire un futuro più verde. Non perdete l’opportunità di scoprire offerte per impianti fotovoltaici chiavi in mano!
Economia e Trading, Il trading è un’opportunità o una trappola? Smontiamo i miti del guadagno facile con un dossier in 5 capitoli, tra psicologia, rischi e formazione necessaria per affrontare i mercati con consapevolezza.
Narrazione e Cultura Lasciatevi incantare dalla fiaba “Onora te stesso”, una storia che celebra l’autenticità e la resilienza. E se avete una storia da raccontare, partecipate al nostro contest per vedere pubblicata la vostra opera!
Tecnologia e Diritti Digitali Una riflessione critica sull’obsolescenza programmata e il diritto a un progresso tecnologico più umano, con alternative come Linux per chi vuole restare libero

Perché scegliere About Magazine? Perché ogni pagina è un invito a rallentare, riflettere e agire con intenzione. Che si tratti di curare la vostra salute, proteggere gli animali, investire nel futuro o semplicemente lasciarvi trasportare da una buona storia, troverete qui spunti per vivere con maggiore consapevolezza.

Acquista su Amazon: link

Abbonati ; Vai ai piani

Problemi Cardiovascolari negli Over 60: Comprendere, Prevenire e Gestire

Il cuore è il motore della nostra vita, e come ogni motore, ha bisogno di cure costanti per funzionare al meglio. Per le persone sopra i 60 anni, i problemi cardiovascolari diventano una preoccupazione comune e concreta. I disturbi come l’ipertensione, l’infarto e l’insufficienza cardiaca non sono solo numeri statistici, ma realtà che possono cambiare la vita. Questa guida ha l’obiettivo di fornire informazioni chiare, consigli pratici e un invito forte alla prevenzione.

Cosa Sono i Problemi Cardiovascolari?

I problemi cardiovascolari comprendono tutte quelle condizioni che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni. Tra i più comuni troviamo:

  • Ipertensione Arteriosa: Un aumento persistente della pressione del sangue nelle arterie.
  • Infarto Miocardico: Una riduzione improvvisa dell’afflusso di sangue al cuore, causando la morte di una parte del tessuto cardiaco.
  • Insufficienza Cardiaca: Una condizione in cui il cuore non riesce a pompare sangue in modo efficace per soddisfare le necessità del corpo.

Perché gli Over 60 Sono Più a Rischio?

Con l’avanzare dell’età, il corpo subisce una serie di cambiamenti che aumentano il rischio di problemi cardiovascolari. Tra i principali fattori:

Perdita di elasticità dei vasi sanguigni.
Aumento della pressione sanguigna.
Accumulo di placche di colesterolo nelle arterie.
Diminuzione dell’efficienza del cuore come pompa.
Segnali da Non Ignorare

Per riconoscere tempestivamente un problema cardiovascolare è fondamentale prestare attenzione a sintomi come:

  • Dolore al petto (angina).
  • Affanno anche a riposo.
  • Vertigini o svenimenti.
  • Gonfiore alle gambe (edema).
  • Battito cardiaco irregolare.
  • La Prevenzione è la Chiave

Adottare uno stile di vita sano è il primo passo per mantenere il cuore in salute. Ecco alcune strategie fondamentali:

  • Dieta equilibrata: privilegiare frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani (olio d’oliva, pesce).
  • Riduzione del sale: limitare il consumo di alimenti ricchi di sodio.
  • Attività fisica regolare: camminate giornaliere, yoga o esercizi di resistenza leggera.
  • Gestione dello stress: attraverso tecniche di rilassamento come la meditazione.
  • Controlli regolari: misurare la pressione, controllare i livelli di colesterolo e fare elettrocardiogrammi.
  • Dieta Preventiva: Cosa Mangiare e Cosa Evitare

Alimenti Consigliati:

  • Pesce azzurro (ricco di omega-3).
  • Frutta e verdura di stagione.
  • Frutta secca, con moderazione.
  • Olio extravergine di oliva.
  • Cereali integrali.

Alimenti da Limitare:

  • Grassi saturi (burro, panna).
  • Carni rosse e insaccati.
  • Zuccheri raffinati e bevande zuccherate.
  • Sale e alimenti confezionati.

Quando Rivolgersi a un Medico

È importante non sottovalutare i sintomi e consultare un medico se:

  • Il dolore al petto è persistente o aumenta di intensità.
  • Si manifestano difficoltà respiratorie improvvise.
  • Si nota un gonfiore insolito alle gambe.

Conclusione

La salute del cuore è una responsabilità che dura tutta la vita. Per chi ha superato i 60 anni, è ancora più importante adottare uno stile di vita consapevole, prendersi cura della propria alimentazione e mantenere attiva la mente e il corpo. Non aspettare che i problemi si manifestino: inizia oggi a proteggere il tuo cuore.

La Rete Silenziosa: Quando il Digitale si Svela un Castello di Carte

Immaginiamo, per un attimo, un silenzio improvviso e totale. Non un silenzio pacifico e ristoratore, ma un vuoto assordante causato dalla scomparsa di qualcosa di invisibile, onnipresente e vitale: la rete digitale. Il blackout di lunedì scorso, che ha lasciato al buio ampie zone d’Europa, è stato solo un debole avvertimento. Una crepa in una struttura che, se sollecitata con maggiore forza e durata, potrebbe sgretolarsi del tutto, trascinandoci in un’era di caos e incertezza.

In un simile scenario, il pilastro su cui si regge la nostra società moderna – la connessione digitale – crollerebbe come un castello di carte colpito da un soffio di vento. Internet, linfa della comunicazione globale, si prosciugherebbe all’improvviso. Le email rimarrebbero intrappolate in caselle irraggiungibili, i social si trasformerebbero in deserti virtuali, le notizie non viaggerebbero più alla velocità della luce. L’istantaneità a cui siamo abituati svanirebbe, lasciando un’angosciosa sensazione di isolamento.

Ma le conseguenze andrebbero ben oltre la sfera comunicativa. Il cuore pulsante della nostra economia – basata su flussi digitali – si fermerebbe. Le banche online diventerebbero interfacce morte: nessun saldo, nessuna transazione, nessun trasferimento. I risparmi, rassicuranti cifre su uno schermo, diventerebbero entità astratte e inaccessibili. La già fragile fiducia nel sistema finanziario potrebbe subire un colpo fatale.

Senza accesso ai servizi bancari digitali, i pagamenti elettronici – carte, app, contactless – diventerebbero inutili. Immaginate la paralisi del commercio: supermercati incapaci di accettare pagamenti, distributori in blocco, caselli autostradali in tilt. Comprare beni essenziali diventerebbe una sfida logistica insormontabile, innescando accaparramenti e speculazioni. L’economia, privata del suo sistema nervoso, entrerebbe in una spirale recessiva devastante.

Le ripercussioni si estenderebbero a settori chiave. Logistica e trasporti, gestiti da sistemi digitali, collasserebbero. Le catene di approvvigionamento, già fragili, si interromperebbero, causando carenze rapide di beni primari come cibo e farmaci. Gli ospedali, fortemente dipendenti da sistemi informatici per diagnosi e terapie, opererebbero in condizioni di emergenza estrema, mettendo a rischio vite umane.

Anche i servizi pubblici essenziali, come elettricità e acqua, sarebbero in pericolo. Sebbene alcune funzioni siano indipendenti da Internet, i sistemi di controllo moderni si basano largamente su tecnologie digitali. Un blackout prolungato potrebbe generare interruzioni a cascata nella rete elettrica e rendere inefficaci gli impianti di potabilizzazione.

La nostra società, modellata da decenni di digitalizzazione crescente, si rivelerebbe tragicamente impreparata. Abbiamo affidato una quantità enorme di funzioni vitali a sistemi interdipendenti, senza dotarci di contromisure analogiche o piani di emergenza concreti. Le competenze pratiche, un tempo diffuse – come orientarsi senza GPS o gestire conti senza l’online banking – si sono estinte. Davanti a questo scenario, ci troveremmo completamente disarmati.

Il blackout di lunedì è stato un campanello d’allarme. Un monito della fragilità strutturale di un mondo iperconnesso. Se un’interruzione prolungata dovesse oscurare la rete per giorni, settimane o mesi, non parleremmo più di disagio, ma di paralisi economica, disgregazione sociale e regressione civile. La “rete silenziosa” non sarebbe solo assenza di segnale, ma il preludio di un’epoca dominata dall’incertezza, in cui le nostre certezze digitali rivelerebbero la loro vera natura: un castello di carte costruito sulla sabbia della nostra cieca fiducia nella tecnologia.

È tempo di chiederci, senza illusioni, quanto siamo davvero pronti a vivere senza quel “click” rassicurante. Perché il silenzio che potrebbe sostituirlo non sarà mai neutro: sarà colmo di domande inquietanti.

Errore: Modulo di contatto non trovato.